Turchia: WHY Turkie’ ?

Per entrare letteralmente dentro alle parole che state per leggere, vi invito a saltare qui, dove spiego il valore che hanno avuto e che continuano ad avere per me, le non coincidenze.

Perché la Turchia ? Perché mi ha letteralmente chiamato e io ho deciso di dirle di sì !!!

Mi trovavo in UK e sentivo che in quel momento l’isola non era il posto per me. Ho  chiesto un segnale dal cielo e ne sono arrivati due, come da manuale insomma.

Uno era un segnale svizzero, dove avevo fatto domanda anni prima, in qualità di supplente presso le scuole Italiane estere. L’altro, appunto, dalla Turchia. Ho risposto ad un annuncio su FB, quasi per scherzo: “Cercasi insegnante di scuola…per l’anno accademico 2013/2014 ad Izmir/Turchia”. Lo ricordo come fosse ieri, anzi no, oggi. Io a letto con la febbre, in un giorno d’estate British, con quasi 40° gradi e già questo ha dell’assurdo, anche molto direi. Vedo l’offerta, rispondo subito inviando il mio CV. Dall’altra parte mi rispondono nel giro di poche ore.

Si tratta di Sisters missionarie. Mi fanno alcune domande sul mio CV. Con una semplicità unica, come se ci conoscessimo da sempre, ci scambiamo le informazioni base: retribuzione, orario, altro. Mi spiegano subito che devo inviare prima la copia della mia laurea scannerizzata, che successivamente va fatta tradurre dal notaio, e infine presentata al Ministero dell’Istruzione Turco. Solo se la Turchia dirà di sì, allora sarà sì anche per loro.

Con le Sisters le cose vanno velocissime, loro sono super rapide, efficienti, guardano fisso l’obiettivo, che in questo caso sarei io, e non lo mollano (grande insegnamento). Nel mentre tampino, l’altro segnale, quello Svizzero, che in questo preciso caso di Svizzero, non ha una mazza. Non voglio far spendere alle Sis soldi al Notaio, mettere in moto tutta la pratica burocratica e poi dire di no all’ultimo perché Ginevre chiama (Qui le condizioni economiche sono completamente diverse).

Ovvio dire che la scuola in territorio “orologio” dè noi altri non sa nulla. Segretaria, aiuto segretaria, aiuto segretaria della segretaria, portiere, centralino, cuoca, aiuto cuoca, quello che dà la polvere. Nessuno sa darmi una risposta. Il nulla. Il tampinamento Svizzero raggiunge l’apice senza nessun tipo di risultato e io alla fine mollo. Il giovedì sera le Sis mi inviano una email in cui mi informano che i miei titoli hanno passato la grande selezione dall’alto. Sono dentro.

Loro mi aspettano a braccia aperte e mi ripetono più volte che tutto andrà bene e che mi troverà benissimo. lo sento, è vero, andrà così.

Scoppio a ridere. Non conosco nulla della Turchia ma le loro parole di Benvenuta, ancora prima di mettere piede sul suolo Turco, il loro abbraccio, anche se distante Km e Km di distanza, mi fanno dire senza un momento di esitazione, SI’.

Ovvio che c’è stato un momentissimo, in cui la mente è arrivata dicendo prepotentemente: “Ma non hai PAURA della TURCHIA” ? Ormai riconosciamo il meccanismo e sappiamo, che tutte le volte che la paura bussa, è proprio lì che dobbiamo andare ed infilare la testa. La paura è una pura pippa mentale per renderci immobili.

Il venerdì mattina chiaramente mi arriva la email della scuola Italiana in cui vengo convocata per una supplenza annuale a Ginevra. Eccola lì, la tentation, proprio dietro l’angolo. Nel circolo infernale dell’adrenalina di quella mattina, mi sono lasciata alle spalle Ginevra, il suo stipendio esageratamente “grande”, la freddezza e incomunicabilità del personale scolastico, la sua Europeicità, il suo sentirsi superiore per…?

Uno stipendio inferiore a quello che avrei percepito, anche in Italia, per:

  • una umiltà e fratellanza che non avevo mai provato all’interno dei muri scolastici Italiani;
  • la conoscenza di un paese culla di importanti civiltà e crocevia di vita;
  • scoprire tradizioni importanti e interessanti, di cui anche noi potremmo far tesoro o apprendere;
  • scoprire quanto un paese possa amare i felini e faccia cose per loro, viste prima, solo nei film;
  • abbracciare l’ignoto;
  • last but not least: “Avevo dato la mia parola”.

Così ha avuto inizio il mio viaggio a ritroso verso la base Italia per poi salire, nuovamente su un aereo, per la prima volta nella mia vita, della Turkish Airlines, destinazione Istanbul versus Izmir !!!

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