FUNDACION HILO SAGRADO & LA BORSA WAYUU

Contatto l’associazione Fundacion Hilo Sagrado per scoprire i dettagli della storia della borsa Wayuu.

Parte la prima email.

Nada.

La seconda.

Nada.

Finalmente all’invio della terza email, dall’altra parte dell’etere qualcuno risponde.

Ho appuntamento con una delle responsabili della Fundacion Hilo Sagrado, dato che Sabrina Prioli ha lasciato l’associazione alcuni anni fa.

Ora sono due sorelle Colombiane ad avere in carico il tutto.

Una delle sorelle, superfashion, comincia a parlare come un fiume in piena, elecando tutti i progetti in cui la Fundacion Hilo Sagrado è coinvolta, spiegando che il tutto è reso possibile attraverso il guadagno delle borse.

Nella regione della Guajira stanno sfornando progetti di irrigazione, progetti di educazione, costruzione di scuole.

La famosa economia circolare. 

Tanta roba.

Fundacion Hilo Sagrado, Borsa Wayuu, Colombia, tradizione, storia colombiana, Guajira

La Colombiana responsabile dell’Associazione ci racconta con un orgoglio quasi commovente che le borse Wayuu in questo momento sono super apprezzate a NYC e che, un negozio a Berlino, sembra averne l’esclusiva in Europa. Non solo, ci racconta con una gioia immensa, di essere entrate a far parte dell’Ethical Fashion Forum.

La storia delle borse Wayuu è una delle tante around the world che possono solo caricare di speranza e confermare ancora una volta, che le cose che sanno di buono alla fine, decollano sempre.

Ci saranno mille difficoltà, mille muri da superare, sicuramente del tempo ma alla fine, il buono emerge sempre, esattamente come è riuscita a fare la Fundacion Hilo Sagrado, dove un intreccio di strade e di cammini diversi, sta cambiando e migliorando il destino della comunità Indigena Wayuu.

In caso vi foste persi la prima parte della storia delle Wayuu, potete fare un salto qui.

*Se questo articolo ti ha ispirato e/o illuminato, lo puoi condividere o commentare, altrimenti è giusto come le api, che tu raccolga il polline da fiori che ti attirano di più. Grazie Anyway di essere volato qui, anche solo per pochi minuti*

 

2 commenti su “FUNDACION HILO SAGRADO & LA BORSA WAYUU”

  1. Notonlybarcelona.me

    Ziao Alberto Rizzo, grazie mille del tuo commento e dei tuoi dettagli. Non sapevo, per esempio, che la tradizione dell’ “hilo guajiro” fosse stata raccontata, già, nei diari di bordo di Cristoforo Colombo, emozionante !!! Tutto chiarissimo per il resto e giusto. L’unica cosa che ho capito io, è che la Fundacion Hilo Sagrado, ora gestita da due ragazze Colombia, cerca “solo” di tamponare, nel possibile, chi arriva in loco (commercianti stranieri e autoctoni) proponendo prezzi bassissimi per l’acquisto delle Wayuu, che richiedono giorni e giorni lavoro. E’ stato bello sentire la tua passione per questo popolo attraverso le tue parole. Grazie mille Mister 🙂

  2. Cara amica, ho letto con interesse il tuo articolo e sono felice di vedere che anche tu sei rimasta affascinata dalla cultura Wayuu. Da molti anni , mi interesso di questo popolo, della sua cultura e artigianato, ho soggiornato un tempo ne la Guajira ( Riohacha) al fine di comprendere la loro cultura i loro costumi e il loro carattere. Da qualche anno sono apparse alla ribalta europea le ormai famose borse Wayuu , prodotto artigianale in “Hilo guajiro ” trenzato a mano. Questa tradizione millenaria ci e’ stata raccontata da Cristoforo Colombo in uno dei suoi primi viaggi nel Nuovo Mondo ( vedi diari di bordo di Cristoforo Colombo) , infatti egli ,sbarcato nella regione della Guajira , instaurando i primi rapporti commerciali con gli “indios” ( in realta cercava Oro) gli furono offerti manufatti in filo di Cotone ( il famoso filo Guajiro ) e quindi ipotizzabile che qualche colonizzatore fosse tornato in patria con una mochilla wayuu. A parte questa nota storica , posso confermarti che da anni, stilisti, fondazioni, imprenditori si interessano al business , pianificano progetti imprenditoriali e filantropici ma con vita breve. Questo e’ dovuto principalmente alla filosofia di vita di questa popolazione, ovvero lavora ( principalmente le donne ) per il sostentamento quotidiano e la famiglia. A loro non interessa industrializzare il loro artigianato, infatti , preferiscono vendere i loro prodotti in mercati domenicali, guadagnare il necessario, e pensare alla famiglia. Aggiungo che in quella regione e diffuso il baratto, anzi , e’ preferibile , in quanto per la conformazione geografica e la estensione del territorio ( desertico) con la totale assenza di infrastrutture la gestione del denaro non è facile.

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